È lo chef Alessandro Gilmozzi del ristorante El Molin di Cavalese, il neoeletto presidente dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. La sua elezione avviene in un momento molto complesso per il settore. A lui abbiamo chiesto con quale spirito affronti questa nuova avventura e quali saranno le prossime evoluzioni dell’attività di AdG.
“È innegabile che il momento sia molto particolare, a tratti assolutamente imprevisto – commenta Gilmozzi – La pandemia ha imposto uno stop forzato ma non ha mai frenato l’azione degli Ambasciatori che anzi, proprio come le squadre più forti, si sono aiutati a vicenda spendendosi sempre tanto per il comparto. Penso a tutte le istanze presentate al Governo ma anche il progetto con l’Ordine degli Psicologi del Lazio pensato per sostenere tutto il comparto. Continueremo con lo stesso spirito di gruppo, ascoltando le esigenze di tutti gli Associati e cercando di essere sempre costruttivi e propositivi per il settore dell’enogastronomia italiano che rappresentiamo in tutte le sue declinazioni. Così come ha sempre fatto Cristina Bowerman che mi ha preceduto alla guida di AdG, anche io cercherò ovviamente di dare il massimo perché questa Associazione continui a crescere e a lasciare un segno incisivo in primis per le nuove generazioni a cui va la nostra attenzione da sempre”.
Cosa significa fare parte di AdG?
Essere Ambasciatori del Gusto significa rappresentare la cucina italiana di qualità in tutte le sue molteplici e bellissime sfaccettature. Significa essere portavoce di quella cultura enogastronomica e agroalimentare del Made in Italy che tutto il mondo apprezza e invidia, ma significa anche essere impegnati nel diffonderla, valorizzarla e salvaguardarla in tutta la sua autenticità. Mai come oggi spetta a noi addetti ai lavori dimostrare come questo comparto sia strategicamente rilevante per il nostro Paese e come esso necessiti di essere normato e tutelato al pari degli altri settori economicamente più incisivi. L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto – nata nel 2016 come realtà senza scopo di lucro – dialoga da sempre con le Istituzioni e i principali stakeholder mettendo a terra una serie di progetti a medio e lungo termine che restituiscono, e diffondono, il valore della cucina italiana e del fare impresa ad essa legato.
In che percentuale è rappresentato al suo interno il mondo della pasticceria rispetto agli altri comparti?
La nostra Associazione rappresenta tutte le professionalità legate alla cucina italiana di qualità, quindi cuochi ma anche pasticceri, gelatieri, maestri panificatori e pizzaioli, personale di sala e sommelier. La pasticceria oggi rappresenta il 10% dei nostri Associati e speriamo possa crescere perché è un asset fondamentale del comparto. Nell’organo direttivo è rappresentata dal nostro Gianluca Fusto in qualità di probiviro.